L’impegno di Lundbeck Italia

Il superamento dello stigma che ruota attorno a chi vive con malattie mentali è un tema molto caro a Lundbeck Italia e il suo impegno in questo ambito ha segnato una tappa fondamentale nel 2022 con la realizzazione di “Mi vedete?”, un cortometraggio sulla depressione giovanile, che costituisce il fil rouge di questo importante e coinvolgente viaggio narrativo, dedicato alla conoscenza e alla comprensione delle difficoltà che vivono le nuove generazioni.

Un viaggio fatto di ascolto, vicinanza, stimoli, nel quale i ragazzi e i giovani possono capire a chi rivolgersi per avere supporto e finalmente abbandonare la paura di non essere compresi, ritrovando la fiducia in se stessi e negli altri, che siano genitori, istituzioni, professionisti, scuole o amici.

“Lundbeck è da sempre impegnata nel mettere al centro le persone che soffrono di malattie del cervello. Con questo cortometraggio abbiamo voluto rendere visibile quello che spesso, troppo spesso, è invisibile agli occhi di molti” sostiene Tiziana Mele, Amministratore Delegato Lundbeck Italia.

Il corto, realizzato in collaborazione con Havas Life, diretto dal regista Alessandro Riccardi, con sceneggiatura di Manlio Castagna e patrocinato da Cittadinanzattiva, Progetto Itaca Onlus, Laboratorio Adolescenza e SIP (Società Italiana di Psichiatria), è stato presentato al Giffoni Film Festival 2022, ottenendo grande riscontro dagli adolescenti presenti in sala. Attività di promotion & awareness sui social hanno fatto da corollario al progetto che ha visto anche una sua partecipazione alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica promossa dalla Biennale di Venezia.

La storia racconta la vita di Dafne, interpretata dall’attrice Alba Giaquinto, un’adolescente di 16 anni che soffre di depressione e del suo rapporto con la famiglia e gli amici: le tende chiuse, il letto come luogo esistenziale, gli scatti, la rabbia che si alternano a momenti di silenzi e solitudine, il macabro dialogo con se stessa, l’astenia e l’autolesionismo.

Quest’ultimo, in particolare, non è un fenomeno raro e spesso ha una finalità: cercare di placare un dolore interiore, comunicando un disagio che non si riesce ad esprimere a parole. Dafne si sente immersa in un mondo che non riesce a capirla. Per questo, alimenta la sua solitudine isolandosi ulteriormente e prestando ogni giorno più attenzione alle parole di un’ombra che le sta sempre più accanto. L’ombra è proprio la depressione, così intrusiva nella vita di Dafne da arrivare ad assumere le sembianze di una presenza fisica, intorno alla quale si muovono, disorientati, inconsapevoli ed impotenti, i genitori e gli amici della ragazza. L’ombra non sparirà facilmente dalla vita di Dafne, ma la ragazza imparerà, grazie all’aiuto e alla comprensione della sua famiglia e di esperti specialisti, a prenderne via via le distanze, incominciando a vedersi per quello che realmente è.

“Nulla accade all’improvviso, dietro a una depressione c’è una storia di sviluppo e alcuni eventi possono giocare un ruolo importante. NON dobbiamo parlare di DISAGIO, MA di MALESSERE. È necessario favorire la richiesta di aiuto: gli adolescenti devono sapere che il malessere non è colpa loro”, queste le parole di Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica, Roma e Responsabile Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, illustre membro del board di esperti, che ha contribuito alla stesura della trama del cortometraggio, insieme a Sergio De Filippis, Direttore Sanitario e Scientifico clinica neuropsichiatrica Villa Von Siebenthal, Docente Psichiatria delle Dipendenze, Giovanni Martinotti, Professore Associato, Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche, Università “G. D’Annunzio”, Chieti-Pescara e Gabriele Sani, Professore Ordinario di Psichiatria Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma e Direttore UOC di Psichiatria Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” IRCCS.

Il cortometraggio «Mi Vedete?» fa parte del progetto adoleSCIENZE, un’iniziativa di Lundbeck Italia che nasce dalla necessità di informare e creare consapevolezza sulle malattie mentali in età adolescenziale, con particolare attenzione alla depressione, un disturbo da sempre presente e che, dopo la pandemia, è aumentato significativamente.

Sempre con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della salute mentale e sul superamento di stigma e pregiudizi, Lundbeck Italia ha dato vita al concorso People In Mind, giunto alla quarta edizione nel 2023, per contribuire ad abbattere i muri psico-sociali e relazionali grazie all’arte (in diverse categorie: disegno, pittura, video e fotografia digitale).

Un’iniziativa che ha riscosso molto successo, contando nell’edizione precedente ben 415 opere candidate, e che quest’anno ha dedicato uno spazio speciale rivolto alle scuole secondarie di secondo grado. Perché è da qui che arriveranno le menti del futuro. È qui che vogliamo cominciare a superare ogni pregiudizio e allargare i pensieri.

“A fronte dell’impatto significativo della pandemia sulla salute mentale dei ragazzi, abbiamo deciso di instaurare un dialogo diretto con loro attraverso il progetto AdoleSCIENZE con l’obiettivo di parlare e far parlare di malattie mentali nei giovani, senza paura e pregiudizi – afferma Tiziana Mele, – Il cortometraggio “Mi vedete?” è stato il primo tassello di questo percorso… e per rendere i ragazzi ancora più protagonisti di questo progetto, abbiamo deciso di lanciare l’iniziativa People In Mind Young Edition 3.0: sarà un’edizione speciale del concorso di arti grafiche People In Mind, che dedichiamo interamente ai ragazzi, per un importante nostro traguardo in Italia, i primi 30 anni di impegno e dedizione nell’ambito della salute del cervello. Sarà un percorso formativo e creativo per le scuole secondarie di secondo grado al fine di stimolare i giovani e gli insegnanti al dialogo ed avvicinarli ancora di più al tema della salute mentale attraverso la candidatura di un soggetto cinematografico, che verrà premiato nell’edizione 2024 del Giffoni Film Festival.