Le competenze digitali diventano parte di un processo di life-long learning che inizia, guarda caso, proprio nella scuola (per chi voglia approfondire, consigliamo di consultare il nuovo framework DigiComp 2.2); la centralità di questa tipologia di skill è supportata da evidenti constatazioni di buon senso, ma anche da una serie di dati e ricerche, che evidenziano loro impatto positivo sulle potenzialità dei giovani di affrontare il futuro con soddisfazione e resilienza.
L’importanza della competenza digitale: data science
Uno studio condotto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha rilevato una correlazione significativa tra le competenze digitali degli studenti e le loro prestazioni accademiche. Questo studio ha coinvolto oltre 70 paesi e ha evidenziato che gli studenti con una maggiore competenza digitale tendono ad ottenere risultati migliori nei test standardizzati, suggerendo un legame diretto tra competenze digitali e successo accademico.
Secondo una relazione pubblicata dall’Unione Europea, entro il 2025 circa il 90% dei lavori richiederà competenze digitali di base, mentre il 50% richiederà competenze avanzate. Questo sottolinea l’importanza cruciale di preparare gli studenti con le competenze necessarie per avere successo nel mercato del lavoro del futuro, che sarà sempre più orientato verso le tecnologie digitali.
Ma lo sappiamo tutti: la scuola non è una palestra per il mercato. Infatti, c’è di più. La competenza digitale non è solamente un voucher per il successo professionale, ma una conditio sine qua non per la partecipazione attiva e consapevole alla vita della propria comunità, anche intesa come cosmo informativo e culturale, come organismo politico e partecipativo. Basti pensare solamente alla capacità di saper discernere fra notizie reali e falsa informazione, prodotta grazie a nuove tecnologie generative (pensiamo all’intelligenza artificiale sperimentabile con ChatGPT). Inoltre, le digital skill possono diventare discriminanti quando si tratta di approcciare i primi comportamenti finanziari, e tematiche come il risparmio e l’investimento.
Promuovere la formazione digitale nelle scuole
Formazione dei docenti
Numerose ricerche hanno dimostrato che la formazione dei docenti sull’integrazione della tecnologia nell’insegnamento porta a miglioramenti significativi nelle prestazioni degli studenti. Uno studio condotto da Schacter e Fagnano (1999) ha evidenziato che i docenti che partecipano a programmi di sviluppo professionale sulla tecnologia, hanno maggiori probabilità di utilizzare in modo efficace gli strumenti digitali in classe e di integrarli nel processo di insegnamento-apprendimento.
Un altro studio condotto da Ertmer et al. (2012) ha osservato che la formazione dei docenti sulla tecnologia non solo influisce positivamente sulle loro pratiche di insegnamento, ma può anche promuovere un cambiamento culturale all’interno delle scuole, favorendo un ambiente più innovativo e orientato al futuro.
Integrazione della tecnologia nel curriculum
Anche se non disponiamo (o chi scrive non ne è a conoscenza) di documentazioni analoghe per l’Italia, un rapporto pubblicato dall’International Society for Technology in Education (ISTE) negli USA ha evidenziato che l’integrazione della tecnologia nel curriculum può migliorare l’impegno degli studenti, promuovere la collaborazione e sviluppare competenze critiche e creative. Questo rapporto si basa su una vasta revisione della letteratura accademica, che ha dimostrato come l’uso della tecnologia possa migliorare le prestazioni degli studenti in tutte le materie, dalle scienze alla letteratura.
Ad esempio, uno studio condotto da Tamim et al. (2011) ha esaminato l’impatto dell’uso dei giochi digitali sull’apprendimento degli studenti e ha riscontrato che i giochi possono migliorare le loro competenze matematiche e linguistiche, oltre ad aumentare il loro coinvolgimento e motivazione.
Accesso equo alla tecnologia
Durante la pandemia da Covid-19 abbiamo sempre più spesso sentito citare l’espressione “digital-divide”, ovvero quella disparità nell’accesso alla connessione e/o ai mezzi di riproduzione ed elaborazione di contenuti digitali che può essere determinato sia dalla condizione socioeconomica di una famiglia, sia dalla sua localizzazione geografica (anche se, a dire il vero, dobbiamo ammettere che questa seconda condizione è ormai più marginale).
Questa disparità può effettivamente influenzare le opportunità educative degli studenti. Pertanto, è essenziale che le scuole adottino politiche mirate a ridurre questo divario, garantendo dispositivi e connessioni Internet affidabili a tutti gli studenti almeno nel momento in cui questi frequentano le lezioni.
Promuovere una cittadinanza digitale responsabile
Secondo l’università di Stanford, molti studenti hanno difficoltà a valutare criticamente le informazioni online e a riconoscere le fake news (ne accennavamo nelle prime righe dell’articolo). È quindi cruciale che le scuole integrino l’educazione alla cittadinanza digitale nel curriculum, per insegnare agli studenti a navigare in modo sicuro e responsabile nel mondo digitale. Qualora un docente constati una carenza da questo punto di vista, può sempre rivolgersi ad interessanti risorse presenti in rete e organizzare una o più lezioni mirate: EducazioneDigitale.it ad esempio, fornisce diversi spunti per questa tipologia di topic.
Quando si affrontano questi temi in classe suggeriamo di non far mancare approfondimenti su quelle che possono essere a pieno titolo considerate tematiche chiave della cittadinanza digitale (Ribble – 2015) come la protezione della privacy, la gestione dell’identità digitale e la valutazione critica delle informazioni online. Integrare questi principi nel curriculum può aiutare gli studenti a sviluppare le competenze necessarie per essere cittadini digitali responsabili e consapevoli.