In un Pianeta ricoperto per il 90% da oceano, la biodiversità marina è un’irrinunciabile fonte di vita e sostentamento. All’uomo, causa primaria dell’odierno degrado di questo ecosistema, spetta il compito di salvarlo.
Un immenso, mirabile e delicato meccanismo, i cui ingranaggi scorrono gli uni sugli altri, incastrandosi, completandosi e generando movimento: ognuno imprescindibile al funzionamento del tutto. Basta che una sola, anche piccolissima, parte di questi ingranaggi si inceppi, per compromettere lo scorrimento dell’intera macchina. Ecco a cosa potrebbe essere paragonata la biodiversità del nostro Pianeta!
Biodiversità è varietà, ricchezza di ecosistemi, piante, animali, microrganismi… Ad oggi, gli scienziati hanno catalogato oltre 1.900.000 specie viventi (ma si stima ne esistano molte di più!), ognuna con un ruolo specifico e fondamentale per l’ambiente in cui vive. La scomparsa di una sola di queste creature, piccola o grande che sia, può portare a un’alterazione irreversibile di tutto l’ecosistema, compromettendo gravemente la nostra stessa esistenza. Dalla biodiversità, infatti, noi traiamo cibo, energia, materiali per costruire abitazioni e svolgere attività, fibre per i tessuti, ma anche aria pura da respirare e acqua da bere… farmaci e rimedi naturali.
Le acque dei nostri mari, per esempio, costituiscono un patrimonio incommensurabile di organismi ed ecosistemi. Il Mediterraneo, che pur rappresenta solo l’1% di tutti i mari del mondo, ospita oltre 12000 specie, ovvero tra 4% e il 12% della biodiversità marina mondiale. Un enorme, ma non inesauribile, bacino di vita e sostentamento che, purtroppo, oggi risulta seriamente minacciato dagli impatti, diretti e indiretti, di pressioni determinate da attività antropiche.
Primo tra i primi, il riscaldamento globale che influisce sul livello degli oceani, complice lo scioglimento di ghiacciai e calotte polari, e sulla loro temperatura (si è calcolato che negli ultimi decenni le temperature medie annuali nel Mare Nostrum siano salite di circa 1,4°C al di sopra del livello preindustriale), causando sconvolgimenti degli habitat e invasioni di specie alloctone che, data la maggiore resistenza, finiscono per mettere in pericolo quelle endemiche, avviandole a volte all’estinzione.
E poi l’inquinamento da acque reflue provenienti da discariche abusive e pratiche di smaltimento scorrette, che provoca alterazioni batteriche delle acque, ingenerando lunghe e mortifere reazioni a catena; i disastri ambientali, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ittiche, il turismo, gli sversamenti di rifiuti in un mare trattato come un’immensa discarica.
E la plastica! La stragrande maggioranza dei rifiuti che troviamo sulle nostre spiagge e sui fondali marini è in plastica. Nell’Oceano Pacifico esistono vere e proprie isole galleggianti fatte di questo materiale, la più grande delle quali misura 1,6 km₂, tre volte l’estensione della Francia. Nella plastica (rimanendo imbrigliati e soffocati) e con la plastica (ingoiandola) trovano quotidianamente la morte milioni di creature marine. Col tempo, poi, gli oggetti in plastica si frammentano, fino a diventare una polvere che non si dissolve mai completamente e costituisce un pericolo, se possibile, ancora maggiore. Queste particelle possono, infatti, essere ingerite prima dal plancton e poi, via via, entrare in tutti gli anelli della catena alimentare, fino ad arrivare nei nostri piatti. Sull’inquinamento delle plastiche e la promozione di corrette abitudini di consumo è specificamente incentrato il progetto educativo Plastic Alt di Leroy Merlin, disponibile sulla piattaforma Educazione Digitale.
Insomma, siamo proprio noi, gli esseri umani, la “specie eletta”, la causa dell’attuale degrado del mare. E a noi, pertanto, spetta il compito, non facile, di salvarne la biodiversità, in nome della bellezza di questo Pianeta meraviglioso e della nostra stessa sopravvivenza.
Il tema della Biodiversità marina rientra, peraltro, tra gli argomenti più attuali di Erasmus+ che, tra le sue proposte, mette a disposizione All – Aquatic life lab, che vede CivicaMente ed Educazione Digitale tra i partner di progetto Erasmus+: un’interessante iniziativa pluriennale volta a creare una collaborazione, per lo studio e la salvaguardia della biodiversità nel Mediterraneo, di 150 studenti appartenenti a 3 diversi Paesi (Italia, Croazia e Cipro) che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, sotto la supervisione di 20 esperti della materia.